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San Valentino in Abruzzo Citeriore
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Tramontana a San Valentino in Abruzzo Cieteriore

Un autunno nella comunità di San Valentino in Abruzzo Citeriore, paese degli Appennini incastonato tra i massicci della Maiella e del Morrone, alla ricerca di memoria, emozioni, significati e proiezioni nel futuro.
Da fine settembre a fine dicembre 2015 abbiamo incontrato e frequentato una decina di «testimoni privilegiati» della cultura sanvalentinese: non solo persone anziane, ma più ampiamente persone di esperienza e visceralmente legate al territorio.
Un ex minatore, un ex cavatore di gesso, un custode delle cave di Trovigliano sono l’espressione di un mondo maschile confrontato con la durezza dell’estrazione e trasformazione di materiali molto diversi, dal bitume del ventre della Maiella all’«oro di San Valentino», quel gesso così abbondante che circonda il paese e affiora su tutto il territorio. I loro gesti sono linee spezzate, precedono e seguono le esplosioni, e segnano la trasformazione e lo sfruttamento del territorio. Consonanti.
Due donne si dividono tra i lavori domestici e il frantoio di famiglia nel periodo della raccolta e spremitura delle olive. Una terza ricorda la guerra, la fame e la madre. I loro gesti e gli strumenti che adoperano sono all’opposto di quelli maschili ‒ circolari, pazienti, continui. Tre macchinette per fare la pasta fresca tutti i giorni, macine di granito per schiacciare le olive, pentole e macchinetta del caffè per sfamare e ristorare la casa, l’olio appena spremuto che annaffia generosamente il pane per gli ospiti. Le donne parlano più volentieri dei loro genitori, delle loro genealogie, e della buona reputazione che
avevano. Vocali.
Tra questi due mondi, le consonanti maschili e le vocali femminili, uno studioso, il figlio di un grande poeta locale e due scalpellini ‒ uno anziano, l’altro più giovane ‒ sembrano tenere insieme durezza e dolcezza, linee spezzate e linee curve, dando vita a una narrazione, non più solo orale, che dice e celebra il territorio. Li accomuna infatti la scrittura: ora stesa sulla pagina, ora incisa nella pietra ‒ quella «pietra gentile», pietra calcarea tipica della Montagna Madre, che riassume, quasi un ossimoro, il maschile e il femminile così paradigmaticamente armonizzati nella cultura di San Valentino.